Interlagos, sentinelle al box McLaren: così la Fia sorveglia il gran finale
lunedì 15 ottobre 2007 · Dal paddock
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Tre piloti in lotta per il Titolo all’ultima gara: non si vedevano dal 1986, da quando Mansell, Prost e Piquet arrivarono in Australia nello spazio di 7 punti. Girano esattamente 7 punti anche fra Hamilton, Alonso e Raikkonen alla vigilia del rush finale che domenica chiude un campionato di odio, sospetti, ricorsi e contestazioni.
Anche Interlagos ha già la sua razione di veleno, perché la McLaren sarà in libertà vigilata, con un emissario speciale della Federazione a sorvegliare il box, a controllare le tattiche del muretto, a sbirciare gli assetti, a prendere nota delle conversazioni dei meccanici. Ad accertarsi insomma che Lewis e Fernando gareggino effettivamente nelle stesse condizioni, con identiche chance di trionfo iridato.
Un provvedimento senza precedenti in oltre mezzo secolo di storia della Formula 1. Eppure, di situazioni analoghe ce n’erano. Norbert Haug ribadisce il principio delle pari opportunità: “La classifica è la migliore dimostrazione del fatto che in squadra c’è sempre stato trattamento uniforme. È la nostra politica, non la cambieremo certo per l’ultima gara”.
La FIA non si fida. La tutela del fair-play parte dalla denuncia di Carlos Gracia, il Presidente della Federazione Motoristica Spagnola: “Mi sono incontrato con Max Mosley, gli ho spiegato le mie preoccupazioni e lui mi ha rassicurato. Dobbiamo essere certi che ad Alonso non accada nulla di anomalo, specialmente in qualifica dove si sono concentrate le situazioni più strane”.
Dubbi fondati perché il colloquio con Mosley è del 3 ottobre e Fernando tre giorni dopo si è trovato dei valori sballati di pressione sull’ultimo treno di pneumatici nelle qualifiche a Shanghai. A maggio invece la FIA aveva aperto un’inchiesta su Monaco perché riteneva che la vittima fosse Hamilton…