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Renault in crisi tecnica: “Ma non c’entra la fuga di Alonso”

martedì 24 aprile 2007 · Dal paddock
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Tutti a rapporto, nessuno escluso, in riunione straordinaria a Enstone. Renault fa autocritica, dopo tre corse e un quinto dei punti della McLaren. C’è un piano di cura per la R27, toccherà due fronti: la distribuzione dei pesi e la geometria delle sospensioni. E poi chissà che non si pensi a una versione B da mandare in pista in estate.

Intanto c’è il tabellone di Sakhir che parla chiaro e senza pietà: sul passo da gara, Fisichella e Kovalainen perdono un secondo dai big. “Se il gap fosse di due o tre decimi – dice Steve Nielsen – sarei d’accordo con chi crede che le difficoltà siano dovute alla partenza di Alonso. Ma per quanto Fernando sia bravo, non poteva fare una differenza del genere”.

Alla Renault fondamentalmente manca il feeling con le gomme Bridgestone. Ma c’è pure il malcontento per la norma che congela l’evoluzione dei motori. In Bahrain spiegava Denis Chevrier: “La nostra frustrazione non è legata tanto ai risultati, piuttosto alle regole che ci negano la possibilità di guadagnare con lo sviluppo del gruppo motore”.

Che invece in passato era determinante per sormontare la mancanza di prestazioni: nel 2001 la Benetton per il 99% era già Renault, partì letteralmente dall’ultima fila dello schieramento, finì sul podio in Belgio sei mesi dopo. Su una pista da motore.

Altri tempi. Anche per il vertice del team. Adesso Carlos Ghosn ribadisce: “Finché la Formula 1 resta un buon investimento cercheremo di rimanere, ma decideremo anno per anno”. Sull’aspetto gestionale garantisce Flavio Briatore. Su quello agonistico, Fisichella e Kovalainen possono non bastare.

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